Oggi parliamo con… Irma Panova Maino

gialloecucina

Intervista a cura di Alessandro Noseda.

Buongiorno e grazie per l’accoglienza. Ci racconti di te? Chi sei e perché leggi e scrivi?

Buongiorno, partiamo subito con una domanda difficile, eh? Sono nata a Praga nel 1964 e sono arrivata in Italia a due anni, quindi si può dire che sono italiana a tutti gli effetti. Leggo da tempo immemorabile, da quando ho iniziato a comprendere che dietro alle parole esisteva un universo da scoprire. Adoro i libri e da quando ho scoperto il mondo degli autori esordienti ed emergenti praticamente leggo solo quelli. In molti pensano che l’essere uno scrittore esordiente o emergente significhi solo aver pubblicato qualcosa di illeggibile, in realtà non è affatto così. Molte nuove leve hanno davvero qualcosa da dire, una loro visione della vita, dei fatti, dei sentimenti. Soprattutto hanno degli stili veri, attuali, genuini, ben diversi dai classici (che tra l’altro amo molto) ai quali siamo abituati. Non si può fare alcun confronto fra un autore odierno e, per esempio, un Moravia o un Dostoevskij. L’autore contemporaneo scrive del proprio tempo e per il proprio tempo, utilizzando anche un linguaggio adatto alla quotidianità e alla società in cui vive. Diverso è il discorso per chi affronta il genere storico, nel quale deve mantenere uno stile conforme all’epoca descritta. Tuttavia, queste sono divagazioni. Amo gli esordienti forse perché anch’io ne faccio parte. Scrivo perché l’ho sempre fatto, scrivo perché è una parte naturale di qualsiasi essere umano. Scrivo perché vorrei poter creare emozioni in chi legge.

Come nascono le tue storie? Quanto rubi alla fantasia, quanto ad altri autori e quanto alla realtà?

Tutte le mie storie nascono da fatti reali, vissuti anche sulla propria pelle, persino quelle che sono state trasformate in chiave fantasy. Alla mia fantasia rubo tutto, anche perché senza di quella, avrei pochi appigli con cui condire la realtà. Agli altri non rubo nulla per una serie di motivazioni ovvie. Ai grandi perché non sarei alla loro altezza e finirei solo per scopiazzare malamente il loro stile, ai miei pari perché sarebbe troppo assurdo solo pensarlo, poco dignitoso e, francamente, molto avvilente.

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