Recensione di Renata Morbidelli

Recensione di Renata Morbidelli a La resa degli innocenti

La resa degli innocenti coverCosa spinge Barbara, una tranquilla casalinga e una mamma come tante altre a trasformarsi in Rian, spietata assassina e cacciatrice? Oltre l’odio, oltre la rabbia, oltre la gran sete di vendetta, che la alimentano e la consumano allo stesso tempo, c’è un amore smisurato per il suo Marco: un ragazzino di appena dodici anni che un pomeriggio scompare nel nulla. Da quel momento la vita di Barbara si può dire che finisce e dalle sue ceneri prende forma Rian, una spietata cacciatrice di quei lupi travestiti da agnelli che le hanno strappato la sua unica ragione di vita e il suo ultimo appiglio per poter sorridere e sperare ancora dopo la morte improvvisa del marito, scomparso dodici anni prima in un incidente stradale. È così che Barbara, giovane e tranquilla casalinga, che personalmente mi immagino in grembiule e pantofole, stravolta dal dolore, dopo una pausa di cinque anni, durante la quale le viene un esaurimento nervoso, con tanto di sfoghi epidermici, reputa insufficienti ed inutili tutte le ricerche delle Forze dell’Ordine e decide di farsi giustizia da sola. Si mette lei stessa sulle tracce di coloro che potrebbero aver preso suo figlio. Si allena, potenzia mente e muscoli, superando il normale senso di orrore che chiunque proverebbe anche solo ad avvicinarsi a quei mostri che glielo hanno portando via, si intrufola nel loro mondo decisa a stanarli e ucciderli tutti. Poco le importa, anzi non le interessa affatto, se deve compiere azioni che prima le avrebbero dato la nausea solo a pensarci. Per poterli sconfiggere sul loro stesso terreno di gioco, per carpire informazioni utili, scende a compromessi con se stessa e impara ad agire come se fosse una di loro. È interessante vedere come Rian modelli la sua mente e la sintonizzi su quella dei pedofili a cui sta dando la caccia. Si intrufola nel loro mondo tanto da essere considerata un’amica da qualcuno dell’ambiente. Uno di questi è Emiliano, colui che le farà da inconsapevole esca per incontrare (e in seguito eliminare) Ivan, un produttore di filmini hard. Interessante e inquietante nel contempo è la figura di Leonardo: un uomo misterioso che appare come un’ombra ogni volta che Rian deve affrontare uno dei suoi omicidi. Le domande che assillano la protagonista, e che si pone  anche chi legge, ogni volta che egli appare, sono: chi o cosa è in realtà Leonardo? Perché la aiuta? Cosa vuole da lei quello “straniero” dagli occhi più neri della notte stessa? Come fa a sapere il suo nome se non glielo ha mai rivelato? Durante tutta la narrazione nulla risulta banale o scontato. Ogni particolare, perfino i colori, gli odori e le sensazioni vengono descritte da Irma con una precisione quasi teatrale dove il lettore diventa spettatore partecipe di ciò che viene descritto nelle varie scene. Chi legge finisce quasi per immedesimarsi nei personaggi-attori di questo libro fino a commuoversi in una delle ultime pagine in cui ogni cosa diventa chiara agli occhi di Rian, che nel frattempo è tornata a essere Barbara, ed in cui si rivela, attraverso un unico e silenzioso abbraccio in cui le parole non servono, quello straniero dagli occhi neri. Il cerchio si chiude, anzi si riapre, con la comparsa di Joe, semplice studente di ingegneria, che si imbatte, anche se per poche ore, negli occhi di Rian ed in quelli di Leonardo.

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