Voglio andare all’inferno, in arrivo il nuovo libro
Voglio andare all’inferno è il titolo del nuovo libro che sarà presto disponibile online in tutti gli store (in formato cartaceo e digitale) e in molte librerie su ordinazione.
Il genere? Un noir un po’ horror, oppure un horror un po’ noir, in ogni caso la storia è ambientata in un luogo al di fuori del mondo reale… e il titolo già fornisce un indizio concreto.
Il protagonista? Un serial killer, un assassino privo di scrupoli, di rimorsi e di qualsiasi freno inibitore. L’unico suo problema, all’inizio, è il timore della punizione divina.
La trama? Anche quest’ultima si può dedurre dal titolo, anche se… non bisogna mai fermarsi alle apparenze, lo scoprirà Kam, il protagonista, e se ne renderà presto conto anche il lettore.
Altri protagonisti? Ah sì, certo, le vittime iniziali, un demone mutaforma e, naturalmente, la morte. Beh non poteva di certo mancare, no?
Altro? Non vi basta già questa premessa? No? Va bene, in fondo all’articolo vi inserisco uno stralcio.
Detto questo vi posso solo dire che mi sono divertita molto nel comporre una trama cercando di immedesimarmi in un personaggio che non poteva e non doveva sembrare simpatico, accattivante e alla mano. Tuttavia, credo che alla fine si potrà ben comprendere il suo percorso e la degna conclusione.
Vi ho già incuriositi? No? Peccato… l’inferno è proprio dietro a una porta chiusa e chissà come sarà realmente.
Tirare alla stessa fune non significa nulla;
lo fanno anche il boia e l’impiccato.
Helmut Qualtinger
La Morte, in quel preciso attimo, era diventata la sua amante preferita, la concubina disponibile e lasciva con la quale intrattenersi in ogni genere di pratica. Silenziosa e letale, non lo disturbava con richieste inutili né con chiacchiericci fastidiosi né, tanto meno, con rimproveri insopportabili.
La Morte lo amava e lui amava lei, in ogni sua forma.
Lei lo aveva reclamato a sé, arrivando a coccolarlo e proteggerlo così come nessun altro aveva mai fatto, al punto da portare sua madre a un collasso prematuro e sua sorella al suicidio, garantendogli in questo modo il silenzio delle due uniche testimoni del suo primo delitto.
Rimasto orfano e solo, si era finalmente goduto la propria libertà, felice di potersi organizzare la vita nel migliore dei modi. Ciò che lo aveva comunque frenato, impedendogli di poter arrivare a quegli eccessi che la sua anima deviata richiedeva, era stata proprio la giustizia divina.
Non tanto quella degli uomini, giudicata da lui inefficace e inadatta a riuscire a porre un freno alle sue aspirazioni, ma la condanna di una dannazione eterna, di un giudizio post mortem che sarebbe sopraggiunto in un momento in cui non avrebbe più potuto fare nulla per impedirlo.
Questo lo aveva frustrato oltre ogni dire.
L’educazione atavica gli era stata imposta suo malgrado e lui non era riuscito a raggirare la propria coscienza che gli aveva impedito, sostanzialmente, di potersi esprimere fino in fondo.
Fino al momento in cui la verità aveva rischiarato la sua coscienza, dandogli modo di capire quale fosse esattamente la realtà, lui si era dovuto comunque limitare, cercando di mantenere a livello di fantasie incompiute i suoi reali desideri.
Tuttavia, la Morte gli era venuta nuovamente in aiuto. Impietosita, lo aveva condotto per mano verso quel luogo in cui sarebbe andato a finire una volta conclusa la sua vita terrena.
Accadde, appunto, ciò che lui battezzò la grande rivelazione.