Incidenti domestici in agguato

Il fatto di restare a casa crea una sorta di apatia mentale che ci porta a diventare disattenti e poco concentrati su quanto stiamo facendo e questa distrazione può diventare persino fatale.

Giorno dopo giorno ci ritroviamo a ripetere gli stessi gesti, creando una sorta di automatismo che porta immancabilmente a non prestare più la dovuta attenzione a quello che stiamo svolgendo. Coltelli, forbici, persino i coperchi delle pentole possono diventare acerrimi nemici e attentare alla nostra sicurezza.

L’incidente domestico ci attende, aspettando pazientemente quell’attimo in cui la nostra attenzione è rivolta altrove, magari al giorno in cui potremo finalmente uscire di casa senza preoccupazioni. Oppure al momento in cui anche i nostri problemi lavorativi ed economici verranno risolti con un decreto miracoloso.

Oggetti ostili

E mentre siamo lì a rimuginare sul nostro futuro incerto, il coperchio della pentola, fissato all’anta del pensile, decide di svolazzarci in testa, colpendoci con la stessa delicatezza di una mazza usata da un troll rabbioso.

La lavatrice ci inghiotte nel momento stesso in cui decidiamo di aprirla anche se non ha ancora svuotato il suo carico di acqua, in barba ai dispositivi di sicurezza.

Oppure ancora, l’unico alimento a cui siamo allergici finisce “casualmente” in una della nostre pietanze, rischiando di farci arrivare al pronto soccorso con la stessa velocità di un asteroide in caduta libera… non quello che è passato sopra le nostre teste e nemmeno si è accorto della nostra esistenza.

Concentrarsi

Dunque il periodo crea anche queste situazioni, piccoli intoppi che avrebbero però potuto trasformarsi in vere tragedie. Tuttavia, forse un santo in paradiso c’è, quello che si occupa dei “casalinghi” forzati e della loro incolumità all’interno delle mura domestiche.

State attenti, mi raccomando e continuate a mantenere la giusta attenzione in quello che fate. Avrà poca importanza una retrocessione del virus e il cessato pericolo se, nel frattempo, avrete lasciato tutte le dita sotto l’affettatrice elettrica.

 

 

Il silenzio dei giovani

Qualcuno ha fatto caso che in questo periodo, in cui tutti hanno da dire su tutto, le voci della popolazione più giovane, e intendo dei ragazzi dai 15 ai 20 anni, si sentono raramente?

Le varie costrizioni, le limitazioni e le difficoltà che hanno scatenato il web, anche a causa del fatto che, stando tutti a casa, la rete è diventata il mezzo di comunicazione più usato, scambiare opinioni, scatenare dibattiti, arrivando persino agli insulti, sono il nostro passatempo preferito. Quello di noi adulti.

E i ragazzi? Quelli che appunto vanno dai 15 ai 20 anni, dove sono? Perché le loro opinioni compaiono in modo così sporadico e raro? Perché non dicono ciò che pensano di quanto sta accadendo?

I maturandi di questo 2020 saranno sicuramente concentrati su quanto li aspetta per riuscire a superare una maturità confusa, poco organizzata e decisamente rivoluzionaria per i metodi applicati, così diversi da quelli a cui siamo stati abituati per generazioni.

Ma gli altri? Quelli che la maturità non la devono affrontare in questo momento così travagliato, che cosa stanno facendo?

Ce lo siamo chiesto noi adulti? Oppure, come sempre, abbiamo solo guardato sulla superficie delle cose, senza andare realmente a fondo?

Il diritto è di tutti

Non hanno dei diritti solo gli anziani, i cani, i bambini e i “lavoratori”, in realtà ne hanno anche questi ragazzi che in questo momento tacciono e raramente esprimono una propria opinione in merito a tutta la confusione mediatica che si è scatenata sui mass media e in rete.

Ci osservano, cercando di capire dove stiamo andando e cosa stiamo facendo noi, quelli che, in teoria, dovrebbero garantire loro un futuro. In modo silente passano il loro tempo organizzandosi in gruppi di studio, via chat, per riuscire ad affrontare la caotica tecnologia delle lezioni, le interrogazioni e, per quelli di quinta, una conclusione scolastica che li ha già bollati come quelli “del coronavirus”, ovvero come quelli che sicuramente passeranno (con merito o meno) a causa delle oggettive difficoltà organizzative e a causa del modo obsoleto con cui abbiamo affrontato il mondo didattico fino a oggi.

E molti di loro si lamentano di questo fatto, è diventato stretto quell’abito da pseudo fannulloni che abbiamo già cucito loro addosso, arrogandoci il diritto di pensare che questa generazione di maturandi uscirà da scuola senza troppa fatica.

Voci che noi non sentiamo

Eppure fra di loro ne parlano, su Instagram, all’interno delle varie chat che si creano nelle piattaforme dei videogiochi, come la playstation, tanto che altro possono fare? Quindi non vivono su un altro pianeta in cui tutto va bene e non esistono emergenze di alcun tipo. Loro ci sono, sono informati su tutto quello che noi adulti diciamo e cerchiamo di “spacciare” per vero, ci osservano e si chiedono se siamo davvero così maturi come vorremmo far credere.

Tuttavia, alla fine, le loro voci restano racchiuse in quel silenzio che abbiamo creato noi, noi “grandi” che pensiamo di avere tutte le verità in tasca e che, ancora una volta, ci siamo scordati di loro.

Una recensione che non vedrete su Amazon

Amazon ama fare ciò che vuole, dunque questa recensione a Voglio andare all’inferno la vedrete solo qui.

 

di Oliviero Angelo Fuina

Tra i bellissimi libri di Irma Panova Maino che ho avuto il piacere di leggere, questo è tra quelli che più mi è piaciuto maggiormente.

Oltre alla solita penna talentuosa qui ho trovato grandi profondità concettuali e un tratteggio psicologico magistrale del protagonista Kam. Il concetto di premi e punizioni viene amplificato intensamente regalando interessanti spunti riflessivi.

Un libro intimo per le sensazioni quasi organolettiche pur in un contesto inusuale, ovviamente, per ogni lettore. Un romanzo denso, mai banale, con un eccellente ritmo narrativo nonostante l’azione si svolga per la maggior parte del tempo narrativo in un luogo circoscritto.

A tratti mi ha ricordato il miglior Glenn Cooper ma con quel tocco in più tra il nero intenso e il rosa intimo.

Consigliatissimo!

Le Cronache in promozione

Dal 16 al 30 aprile i tre volumi delle Cronache dal Mondo Parallelo sono in promozione su tutti gli store online, in versione digitale.

Per chi ancora non conoscesse la serie, trattasi di romanzi appartenenti al genere Urban Fantasy, ovvero storie ambientate in epoca moderna, inserite in un contesto urbano spesso riconoscibile.

Per maggiori informazioni su trama, personaggi e curiosità varie, non dovete fare altro che cliccare sul bottone corrispondente, al di sotto di ogni libro.

Buona lettura

Questo è il tempo

Oggi, 23 marzo 2020, un giorno prima del mio cinquantaseiesimo compleanno. Un giorno che, come altri che lo hanno preceduto in questo ultimo mese, resterà ammantato dal silenzio.

Sono solo circostanze, situazioni che nessuno avrebbe potuto prevedere ma che portano comunque a una sorta di pausa forzata interiore. Ognuno di noi farà i conti con sé stesso, a prescindere da tutto e da chi avrà accanto.

Forse non avremmo voluto che accadesse, forse avremmo preferito continuare a procedere per la nostra strada senza curarci del suolo che stavamo calpestando. Tuttavia è successo e questo periodo della nostra vita non potrà essere affrontato nel consueto modo con cui siamo abituati a interagire con il quotidiano. Spesso in modo approssimativo, sbrigativo, talvolta superficiale.

Non ci è più concesso mantenere le nostre finzioni intatte, non possiamo più credere che tutto proceda per il meglio, nonostante le rovine evidenti che ci circondano. La nostra vita è lì, a portata di mano, pronta per essere analizzata sotto la lente impietosa del microscopio umano.

L’unica cosa che ormai importa è il “chi realmente siamo”, senza più maschere, fronzoli o coperture intessute ad hoc, per nascondere le debolezze, i desideri, le tentazioni e tutte le altre amenità che di solito forniscono un alibi alle nostre mancanze.

Tutto ciò che è accaduto, è avvenuto senza alcun preavviso, senza che ci fosse stata data la possibilità di preparare adeguatamente il nostro spirito a dover affrontare noi stessi. Ebbene, approfittiamone.

Questo è il tempo per fare chiarezza, per capire cosa conta realmente nell’esistenza umana; per scrollarci di dosso tutti quegli orpelli inutili che la società ci impone per farci sembrare migliori, anche se non lo siamo.

Questo è il tempo per imparare a cogliere l’essenza di chi ci sta intorno, partendo proprio da noi stessi, da quel nucleo di sincerità estrema che si crea quando tutte le altre illusioni si disperdono in una realtà oggettiva.

Questo è il tempo per ricominciare a capire il linguaggio umano, quello fatto di gesti, sguardi e sorrisi; ed è il tempo per ricostruire la parte più vera di ciò che abbiamo lasciato languire nel nostro animo, troppo occupati a rincorrere un benessere che ora ci viene negato.

La mente è l’arma più potente di cui ogni essere umano è dotato, non lasciamo che sia solo la negatività a utilizzarla, non cadiamo nell’errore di pensare che non esista altro che la noia, l’inedia e la solitudine.

Esiste ben altro e ognuno di noi deve trovarlo nel proprio animo.

© 2020 di Irma Panova Maino

Voglio andare all’inferno

Voglio andare all’inferno non è un libro facile. Non lo è stato scriverlo e potrebbe non esserlo leggerlo. 

Provate a immaginare cosa voglia dire cercare di immedesimarsi in qualcuno a cui piace seviziare e uccidere un altro essere umano; cosa posso significare tentare di mettere insieme un comportamento che sia logico, per quanto deviato, e dare corpo a un personaggio così poco amabile. Perché diciamocelo, Kam è tutto meno che simpatico e, francamente, ci sono stati momenti in cui lo avrei preso a calci negli stinchi anch’io.

Si può simpatizzare per Kam?

Di solito un autore tende ad amare i propri personaggi, li vizia, li coccola, li fa apparire sempre nella prospettiva migliore. Cerca di farli diventare degli eroi, sono quelli “buoni”, quelli che salvano la fanciulla intrappolata… non che l’ammazzano senza ritegno tutti i santi giorni. Perché è questo quello che fa il nostro Kam: uccide la sua Sirianna quotidianamente.

Dunque, com’è possibile cercare di simpatizzare con un essere simile? E in quale modo si può dare un’attenuante a ciò che fa, creando una situazione che possa poi giustificare tutto?

Come è nata l’idea

A essere onesta non so nemmeno da dove mi sia saltata fuori questa idea… questa volta Tolkien&co sono del tutto innocenti. Se ripercorro le varie fasi, alla fine non riesco comunque ad arrivare al bandolo della matassa. Una mattina mi sono svegliata e nella mia testa si è formulato il quesito: cosa accadrebbe se avessimo la certezza di non venire puniti per qualsiasi nefandezza commessa?

Ecco, credo che tutto sia partito da lì, probabilmente ero arrabbiata con qualcuno e avevo passato qualche giorno a pregustare l’idea di poter applicare le più terribili torture sul soggetto in questione. Il bello è che non mi ricordo nemmeno chi fosse il soggetto di tanto feroce accanimento, però sicuramente è stata la molla che ha fatto partire tutto il resto. Ed è venuto fuori Kam, con le sue ossessioni, i suoi desideri innominabili e le sue pulsioni perverse.

Non me ne vogliate… l’ho sempre detto che non sono così buona come sembra…

Voglio andare all’inferno, in arrivo il nuovo libro

Voglio andare all’inferno, in arrivo il nuovo libro

Voglio andare all'infernoVoglio andare all’inferno è il titolo del nuovo libro che sarà presto disponibile online in tutti gli store (in formato cartaceo e digitale) e in molte librerie su ordinazione.

Il genere? Un noir un po’ horror, oppure un horror un po’ noir, in ogni caso la storia è ambientata in un luogo al di fuori del mondo reale… e il titolo già fornisce un indizio concreto.

Il protagonista? Un serial killer, un assassino privo di scrupoli, di rimorsi e di qualsiasi freno inibitore. L’unico suo problema, all’inizio, è il timore della punizione divina.

La trama? Anche quest’ultima si può dedurre dal titolo, anche se… non bisogna mai fermarsi alle apparenze, lo scoprirà Kam, il protagonista, e se ne renderà presto conto anche il lettore.

Altri protagonisti? Ah sì, certo, le vittime iniziali, un demone mutaforma e, naturalmente, la morte. Beh non poteva di certo mancare, no?

Altro? Non vi basta già questa premessa? No? Va bene, in fondo all’articolo vi inserisco uno stralcio.

Detto questo vi posso solo dire che mi sono divertita molto nel comporre una trama cercando di immedesimarmi in un personaggio che non poteva e non doveva sembrare simpatico, accattivante e alla mano. Tuttavia, credo che alla fine si potrà ben comprendere il suo percorso e la degna conclusione.

Vi ho già incuriositi? No? Peccato… l’inferno è proprio dietro a una porta chiusa e chissà come sarà realmente.

Tirare alla stessa fune non significa nulla;

lo fanno anche il boia e l’impiccato.

Helmut Qualtinger

La Morte, in quel preciso attimo, era diventata la sua amante preferita, la concubina disponibile e lasciva con la quale intrattenersi in ogni genere di pratica. Silenziosa e letale, non lo disturbava con richieste inutili né con chiacchiericci fastidiosi né, tanto meno, con rimproveri insopportabili.

La Morte lo amava e lui amava lei, in ogni sua forma.

Lei lo aveva reclamato a sé, arrivando a coccolarlo e proteggerlo così come nessun altro aveva mai fatto, al punto da portare sua madre a un collasso prematuro e sua sorella al suicidio, garantendogli in questo modo il silenzio delle due uniche testimoni del suo primo delitto.

Rimasto orfano e solo, si era finalmente goduto la propria libertà, felice di potersi organizzare la vita nel migliore dei modi. Ciò che lo aveva comunque frenato, impedendogli di poter arrivare a quegli eccessi che la sua anima deviata richiedeva, era stata proprio la giustizia divina.

Non tanto quella degli uomini, giudicata da lui inefficace e inadatta a riuscire a porre un freno alle sue aspirazioni, ma la condanna di una dannazione eterna, di un giudizio post mortem che sarebbe sopraggiunto in un momento in cui non avrebbe più potuto fare nulla per impedirlo.

Questo lo aveva frustrato oltre ogni dire.

L’educazione atavica gli era stata imposta suo malgrado e lui non era riuscito a raggirare la propria coscienza che gli aveva impedito, sostanzialmente, di potersi esprimere fino in fondo.

Fino al momento in cui la verità aveva rischiarato la sua coscienza, dandogli modo di capire quale fosse esattamente la realtà, lui si era dovuto comunque limitare, cercando di mantenere a livello di fantasie incompiute i suoi reali desideri.

Tuttavia, la Morte gli era venuta nuovamente in aiuto. Impietosita, lo aveva condotto per mano verso quel luogo in cui sarebbe andato a finire una volta conclusa la sua vita terrena.

Accadde, appunto, ciò che lui battezzò la grande rivelazione.

Gioie e dolori di un formato digitale

Tanti buoni motivi per scegliere un formato digitale

Perché mai le persone dovrebbero preferire un formato digitale al classico cartaceo? Le risposte potrebbero essere tante e tutte piuttosto controverse e discutibili. Le scelte che ognuno di noi applica al proprio quotidiano sono più che altro dovute ad opportunità ed abitudini.

Chi ad esempio è abituato a viaggiare molto, tenderà probabilmente ad avvalersi di un libro in formato digitale in quanto pesa meno, è più facile da trasportare e non è necessariamente detto che debba rimanere l’unico.

Tuttavia, chi invece conduce una vita stazionaria e non è avvezzo ai grandi spostamenti prediligerà il formato cartaceo, preferendo sentire ancora il meraviglioso suono delle pagine che frusciano.

Melodia incomparabile a cui un lettore accanito fa fatica a rinunciare, d’altra parte non è nemmeno pensabile di continuare a trascinarsi dietro bauli di libri ogni volta che, per un motivo o per l’altro, si è costretti ad effettuare uno spostamento. Quindi ecco che diventa più facile scegliere un ebook.

Più economico?

Per quanto riguarda il discorso che sia più economico, penso che sia abbastanza palese a tutti, lo stesso libro in formato digitale è sicuramente meno dispendioso della sua controparte cartacea. Per quel che mi riguarda diventa più economico anche per il fatto che viaggiando spesso in aereo ed avendo a che fare con pesi e misure piuttosto restrittive, i quintali che non sono più costretta a portare, proprio a causa dei libri che mi porto dietro, diventa un vantaggio notevole.

Le compagnie aeree non saranno d’accordo, dal momento che ogni volta che arrivavo al check in si sfregavano le mani, guardando con aria libidinosa le mie valigie. Quindi, più economico. In quanto al fattore ecologia il discorso diventa bilaterale.

Se da una parte è vero che pubblicando in ebook si contribuisce ad un minore spreco di carta, quindi a qualche albero in meno che viene massacrato, è anche vero che per poter leggere il nostro amato “digitale”, dobbiamo usufruire di apparecchi che, vista la loro natura, hanno ben poco di ecologico, soprattutto al termine della loro vita di utilizzo, quando finisco nei rifiuti.

Tuttavia, quanti libri contiene un E-Reader? Quante pagine in carta che vengono risparmiate? Se anche dovesse durare “solo” un paio di anni il nostro lettore, cellulare o tablet che dir si voglia, quanta cellulosa è stata risparmiata?

Viviamo sommersi dal “cartame”, dalla burocrazia che ci obbliga a compilare moduli su moduli, schiavizzandoci con innumerevoli richieste di materiale cartaceo di ogni genere e tipo, per una volta, potendo scegliere liberamente, proviamo ad essere “alternativi”, a dare il nostro, seppur misero, contributo ad un pianeta agonizzante.

Quindi… scegli un ebook.

Ho scelto il libro sbagliato

 

Ho scelto il libro sbagliato

Ho scelto il libro sbagliato. Amenità prese a caso dalle recensioni su Amazon

Quelli che vi riporto di seguito sono alcuni stralci presi, a caso, da alcune recensioni di Amazon e senza voler indugiare troppo su titoli o autori, quello su cui voglio che concentriate l’attenzione è proprio la singola frase e poi ve ne spiegherò la ragione, perché alla luce di quanto vi svelerò dopo, sono certa che le stesse frasi assumeranno un significato completamente diverso.

Pronti?

“Per me che non sopporto violenza”

“Le storie di questo scrittore mi suscitano grande disgusto e non il sottile brivido dell’orrore.”

“Troppa azione e poco dialogo”

“Premetto che non amo il fantasy”

“Troppo sdolcinato”

Benissimo, non credo di essere stata eccessivamente noiosa nel riportarvi qualche breve frase, presa qui e là, anche se, ve lo posso assicurare, Amazon è piena di queste “amenità”. Ma veniamo al dunque.

Perché mi hanno così incuriosito, al punto tale da farmi scrivere un articolo? Perché chi le ha scritte non doveva avere ben chiaro il genere a cui si voleva dedicare per la lettura, non solo, ma non ha nemmeno letto la trama e dubito fortemente che abbia guardato, anche solo una volta, l’immagine della copertina.

Entriamo nello specifico.

Le prime due frasi sono state scritte sotto due romanzi horror… devo aggiungere altro? No? Non importa, lo aggiungo lo stesso. In entrambi i casi, è scritto chiaramente nella trama (pubblicata proprio su Amazon) che trattasi di libri horror, in cui è la paura a fare da protagonista. In quanto a violenza e scene disgustose… se nel primo caso il lettore avrebbe fatto meglio a comprarsi un mainstream o comunque un libro di altro genere, nel secondo viene da chiedersi quale sia la giusta ricetta per una trama horror, quanto splatter debba contenere (sempre che sia concesso il fatto che ne contenga) e in che modo si debba misurare la paura da suscitare nel lettore.

Passiamo ora alla terza frase: Troppa azione e poco dialogo

Il lettore è un uomo che si lamenta del fatto che, in un libro, di azione ve ne sia troppa e i personaggi passino troppo poco tempo a chiacchierare. Ebbene, anche in questo caso mi chiedo cosa avrebbero detto altri lettori nel caso in cui i protagonisti avessero passato metà della trama al bar, spettegolando e raccontandosi barzellette, il tutto in un presunto libro di azione, con tanto di immagini “militari” in copertina.

Ne avete abbastanza? No? Meno male perché ci sono altri due esempi.

Premetto che non amo il fantasy… Ora, benedetta lettrice che inizi una recensione con questa frase e prosegui poi disquisendo sul fatto che il fantasy è scontato, non ti piace e preferisci leggere altri generi più seri, ma l’hai vista la copertina? In questo caso specifico, l’immagine parla piuttosto chiaramente, dal momento che in copertina ci sono un drago, un elfo e una guerriera… discinta ma armata fino ai denti. Ebbene, di cosa vuoi che parli un libro con una cover del genere? Di ricette giapponesi? Se non è un fantasy, cosa diavolo è?

E finiamo questa carrellata con l’ennesima chicca: Troppo sdolcinato

Anche in questo caso la cover parla chiaramente, visti gli amanti sotto le lenzuola in preda ad attività ludiche. Il romanzo, se non si fosse capito, appartiene sicuramente al genere romantico, inoltre è stato proprio inserito nell’apposita sezione, quindi non ci sono dubbi. Allora, cara lettrice, se non volevi leggere qualcosa di troppo sdolcinato, perché non ti sei presa uno dei due romanzi con cui abbiamo iniziato la serie, che di sdolcinato non hanno proprio nulla?

Concludo le mie esternazioni con un paio di annotazioni, probabilmente fondamentali.

La prima è che tutti questi commenti sono stati lasciati da persone che hanno acquistato i libri in questione (l’acquisto verificato era ben presente in ognuno) e che erano comunque firmati con nomi e cognomi (si presume veri), dunque non anonimi o sotto palese pseudonimo. Perché sono dati importanti? Perché è evidente che trattasi di persone sconosciute agli autori, quindi non amici, parenti, conoscenti, dunque lettori a caso che sono capitati, sempre a caso, su una pagina di amazon e hanno deciso di effettuare l’acquisto.

Allora mi chiedo, ma con quale criterio scegliete i libri da leggere?

La resa e Scintilla in versione FREE

La resa e Scintilla in versione FREE

La resa degli innocenti e Scintilla vitale sono due dei libri scelti dal catalogo EEE per essere visualizzati anche nella versione FREE.

Avere la possibilità di leggere gratuitamente una parte corposa di un libro vi darà modo di comprendere se vi piace lo stile dell’autore, se la trama vi coinvolge e se, arrivando al termine della parte FREE, avrete voglia di acquistare in versione completa digitale o, in diversi casi, la versione cartacea del libro in questione.

La resa degli innocenti – versione free

La resa degli innocenti - versione freeCosa fareste se rapissero uno dei vostri figli? E cosa sareste disposti a fare per ritrovarlo? Queste le domande di partenza che si è posta Irma Panova Maino per scrivere un romanzo duro, a tratti crudo, che non lascia indifferenti. Con quel pizzico di sovrannaturale che caratterizza tutte le opere di questa autrice.

Barbara è una donna dolorosamente segnata dalla vita per la morte del marito in un grave incidente, ma supera il momento terribile quando si accorge di essere incinta: è il piccolo Marco a darle, per dodici anni, la forza e il coraggio di continuare a vivere. Ma un giorno, una nuova tragedia la travolge: il figlio scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Questo le permette ancora di sperare, di ipotizzare che il piccolo non sia morto, ma che sia stato rapito.

Inutile farsi illusioni, certamente la verità che si cela dietro quella scomparsa non può essere che drammatica, ma una madre ha il bisogno di sapere. Marco è stato rapito da chi voleva venderne gli organi, per farlo entrare nel lubrico circuito della pedofilia o per quali altri abietti motivi?

Dopo un terribile periodo di depressione, la donna reagisce a suo modo, trasformando se stessa in un’arma letale, disposta a tutto, nascondendo sotto una scorza impenetrabile un cuore che non smette di sanguinare, mostrando all’esterno soltanto durezza e feroce determinazione. Barbara diventa Rian, spietata giustiziera, alla ricerca di qualche traccia del figlio.

Una singolare figura maschile le sarà accanto fino alla fine, fino a quando lei troverà tutte le risposte che cerca e anche l’unica pace possibile.

Scintilla vitale – versione free

Scintilla vitale è una storia che ci presenta il classico triangolo amoroso, con dei protagonisti un po’ particolari: lei è una giovanissima puttana, malata di AIDS e con un caratterino decisamente pepato; gli uomini sono un vampiro tenebroso e sensuale e un licantropo con l’aria del bravo ragazzo, ben educato e solare. Tutti e tre insieme, danno vita a una storia a tinte pastello, ma intervallata da ampie pennellate di nero e di rosso, da momenti di violenza e di tenerezza.

Il romanzo di Irma Panova Maino affronta il rapporto tra amore e passione in maniera esemplare, senza lasciarsi sfuggire alcun particolare del conflitto che può nascere nel vissuto dei tre protagonisti della vicenda. Sebbene appartenenti a tre “specie” diverse Carrie, Reese e Devlin conoscono le emozioni forti e il sesso, ma l’esperienza che hanno accumulato non è sufficiente a non farsi sorprendere dall’amore che, imprevisto e violento, li travolge, sconvolgendone l’esistenza.

Rifacendosi ai grandi successi di Gena Showalter, l’autrice ci fa entrare in un mondo “paranormale” in cui le differenze tra umano e sovraumano sembrano annullarsi quando entra in gioco il sentimento e quando i desideri più profondi dell’umana Carrie rispecchiano anche quelli di vampiri e licantropi. Agli immortali infatti apparentemente non manca nulla, se non una compagna con la quale condividere l’eternità a cui sono loro malgrado destinati e condannati.

                                                                                                          Giusy Salis

 

Troppo brutale

Troppo brutale

Troppo brutale, questo è il titolo di una delle recensioni apparse su Amazon per commentare Le risonanze della folgore.

Vi riporto il testo integrale, anche se sono poche righe.

in un momento storico dove la donna viene vessata ogni giorno leggere questo romanzo è un pugno allo stomaco! Capisco che ormai la storia d’amore tradizionale annoia e chi scrive cerca strade alternative… omosessuali oppure estreme per un lettore che vuole essere sempre più stimolato però la violenza è violenza, tutto il romanzo è centrato sulle violenze continue che subisce la protagonista, tranne le ultime pagine… troppo poco per un riscatto del protagonista maschile!

Ebbene, non pensate che io voglia criticare Genny Lycan per il suo contributo decisamente critico, anzi, se possibile vorrei ringraziarla per aver sottolineato alcune peculiarità della trama.

In effetti non ha tutti i torti, la violenza regna sovrana in questo particolare capitolo della serie Cronache da un Mondo Parallelo e, se vogliamo proprio dirla tutta, ho davvero calcato la mano per dare più corpo ai protagonisti e per dare un senso a determinati avvenimenti.

Forse, come scusante, potrei solo giustificare il fatto che il personaggio maschile è un vampiro… quindi, proprio per tale natura, sanguinario e bastardo.

D’altra parte, è anche vero che la mia non è una scrittura adatta ai minori, né per i contenuti né per lo stile. Le risonanze della folgore appartiene a un genere, il fantasy (nel mio caso urban fantasy), che può essere interpretato anche come horror per alcune sue caratteristiche.

Ovviamente non è un horror puro perché la componente “fantastica” lo pone in un mondo immaginario e, dunque, non reale. Ed è il suo non essere “reale” che mi permette di tralasciare le convenzioni sociali e le comuni regole di convivenza civile.

Per certi versi è molto più violenta la trama di La resa degli innocenti, che di fantasy ha molto poco, al punto che diversi lettori faticano a finirlo a causa delle emozioni che suscita.

Spero che non me ne voglia la lettrice se ho riportato il suo commento fra le pagine del mio blog, ma ho trovato singolare la sua protesta. Tuttavia, com’è giusto che sia, ogni contributo è un buon contributo, a prescindere.

L’unico fatto che mi lascia perplessa e la mancanza della dicitura “acquisto verificato”, dunque come ha avuto il mio libro?

Commento su Amazon

Concorso EEE – Quinta Edizione: giallo, thriller e noir | Edizioni Esordienti Ebook

Quinta edizione del concorso EEE per gli autori “non ancora famosi”

Edizioni Esordienti E-book indice la quinta edizione del concorso per il romanzo di genere, con l’intento di incoraggiare e far conoscere i buoni autori “non ancora famosi” ma meritevoli di emergere, dedicata al romanzo giallo, thriller e noir.

Questo il bando ufficiale

1) La partecipazione è gratuita.

2) Le opere, in formato .doc (no pdf), di lunghezza compresa tra 100 e 300 cartelle editoriali (una cartella = 1800 battute, spazi compresi, ecco un video dove lo spiego: http://youtu.be/frKp7qEJWEY) dovranno pervenire entro il 30 settembre 2017, in allegato a una mail con l’indicazione in oggetto: “Concorso EEE Romanzo GTN” indirizzata a ilmiolibro@edizioniesordienti.com; la mail dovrà obbligatoriamente contenere nome, cognome, indirizzo, data di nascita dell’Autore, nonché la dichiarazione che l’opera inviata è frutto del suo ingegno ed assolutamente inedita (anche su internet) e la dicitura “Autorizzo il trattamento dei miei dati personali, ai sensi del D.lgs. 196 del 30 giugno 2003”.

3) La Giuria è composta dalla Redazione di Edizioni Esordienti, coordinata dall’Editore, Piera Rossotti Pogliano; il giudizio è inappellabile e il premio, in mancanza di opere valide, può non essere assegnato.

4) Tra le opere pervenute, saranno scelti tre vincitori; la proclamazione avverrà entro il 31 ottobre 2017, tramite comunicato sulla pagina Facebook della Casa Editrice e sul blog edizioniesordientiebook.altervista.org; i vincitori saranno inoltre avvertiti via mail.

5) Il premio consiste nella pubblicazione gratuita, con regolare contratto, dell’opera in formato e-book, a cui si affiancherà, per il primo classificato, anche la pubblicazione cartacea, della quale l’Autore riceverà 20 copie gratuite. Gli e-book saranno distribuiti su tutti i webstore raggiunti dalla piattaforma StreetLib, l’edizione cartacea tramite il sito www.edizioniesordienti.com, Amazon e/o eventuali altre librerie, online o tradizionali.

6) Tutto quanto non specificato nel presente Regolamento è a discrezione della Giuria.

Sorgente: Concorso EEE – Quinta Edizione: giallo, thriller e noir | Edizioni Esordienti Ebook