Ero come te

Ero come te

Io ero come te.

Come te vedevo il mondo sfilarmi accanto, nel silenzioso eremo del mio guscio racchiuso. Non mi serviva altro che quella finestra dalla quale i giorni scorrevano lenti, uguali nello scandire del tempo e diversi solo nelle stagioni.

Come te non sentivo la necessità di vivere con altri, di parlare, camminare, ridere o piangere in compagnia. Perché avevo te. Compagna silente, anima gemella che nulla ha mai preteso e nulla ha mai desiderato, se non lo sguardo con il quale tutto veniva condiviso, attraverso la superficie lucida di uno specchio antico.

Come te avevo cercato il conforto nella lettura, in quelle trame che nutrivano la mia anima e portavano gioia al mio cuore, regalandomi mondi infiniti nei quali tuffare la fantasia, lasciandola liberamente scorrere lungo i declivi del tempo.

E come te sentivo il peso del mondo esterno che premeva sul mio essere gracile, cercando in tutti i modi d’imprigionarmi nelle catene delle convezioni, del farraginoso humus umano, colmo di ipocrisie e caotici desideri frustrati. Non avevo necessità di nulla che mi tenesse avvinghiata a una realtà deludente, se non tu. Tu, che dall’altra parte sentivi, così come avvertivo io, la presenza l’una dell’altra.

Il tuo riflesso era il mio, la mano appoggiata allo specchio era la mia, il vuoto dei tuoi occhi catturava il mio…

Ed ora, mentre io vivo nella mia realtà ormai mutilata, osservo le tendine della tua finestra muoversi nel refolo d’aria della corrente, come anime danzanti nell’oblio che rivolgono l’ultimo saluto eterno a una sedia vuota.

© 2015 di Irma Panova Maino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

14 − tre =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.