Lo “smontatore” non mi ha smontata!

“La resa degli innocenti” di Irma Panova Maino. Recensione di Marcello Caruso

Fonte: EyeWaste
 “Barbara era stata la donna capace di lasciare un mucchietto di zucchero sul balcone, in modo che le formiche avessero da cibarsi fuori e non entrassero in casa. Tuttavia Barbara non c’era più”

E’ da quando si è bambini che si dice che i mostri non esistono ed è da adulti che si comprende che i mostri esistono davvero, ma non hanno corna o squame. E’ una verità risaputa, che a volte ci si aspetta e a volte arriva come un calcio nel petto. Ed è entrare in contatto con questa verità che ci distrugge.

Trafficando per il web e per i gruppi più per gioco che per altro, ho avuto tra le mani quest’opera. Inizialmente l’autrice stessa mi ha contattato dicendomi che “avrebbe voluto sapere come l’avrei smontata”. Ovviamente io non smonto mai niente gratuitamente, anche se potrei comunque tentarlo per gioco. Appena sono arrivato all’ultima pagina mi sono reso conto che forse solo per gioco avrei potuto farlo, e forse nemmeno.

Dall’inizio alla fine si ha una sensazione claustrofobica di quelle che può avere un eroe fantasy catapultato in una fossa piena di mostri, ma senza corna, squame o orecchie a punta. Come se l’autrice volesse proprio sbatterci in faccia di non cercare mostri in luoghi come Fantasia, la Terra di Mezzo oppure altre terre fantastiche. Perciò preparatevi, stiamo per buttarci ne…

LA RESA DEGLI INNOCENTI

La resa degli innocenti

Tutto è cominciato in un pomeriggio teso, come quello che una donna ha quando il figlio ritarda quando torna a casa. Una tensione che sale quando qualsiasi notizia ai compagni e alle loro madri non dà esiti mentre balenano davanti agli occhi i titoli di cronaca nera. Questo è quello che è successo, un normale pomeriggio che è finito in un’angoscia per una donna comune. Una donna a cui è stato tolto tutto in quel pomeriggio come tanti altri e che si è rivelato qualcosa di più brutale, qualcosa che l’ha consumata dal profondo del suo animo fino all’esterno. Una donna che non avrà più niente, una donna che, addirittura, avrà anche rinnegato la sua vecchia identità fino a rifiutare di chiamarsi con il suo nome, cambiandolo con un gioco di parole in Rian.

Il lettore si troverà in una discesa sempre più nel profondo della bestialità dell’uomo, della sua mutazione in un mostro. Mutazione che avverrà anche nella stessa Rian, accompagnata da un uomo misterioso ed evanescente. Un accompagnatore misterioso che la seguirà e la consiglierà fino alla fine della storia. Una storia che ad ogni capitolo lascerà a Rian il sapore di sangue e amarezza. E solo la discesa in quel baratro che ha fatto perdere la sua femminilità o la sua innocenza potrà salvarla lungo il suo tragitto.

I capitoli rendono magnificamente le sensazioni che descrivono, tanto che il lettore stesso se ne troverà intrappolato. Il tutto in un crescendo che arriva al climax alla fine di un’indagine durata anni operata da una donna che ha sacrificato tutto e che non ha avuto nulla da perdere per arrivare al finale di questa storia.

I colpi di scena sono studiati bene, così come i giochi di foreshadowing (cosa che è diventata più rara di un personaggio con senno in un film horror) e di tensioni. Forse non dovrei nemmeno dire che non c’è assolutamente la presenza di fanservice, così come non c’è una qualsiasi forma di convenienza narrativa insensata, ma preferisco precisarlo, visto che ormai sono due aspetti di qualsiasi genere di narrativa che non mancano nei titoli che tipicamente eviterei come la peste se non per recensirli nella parte principale di questo blog.

Potrei dire altro, ma ho paura che rivelerei troppo. Potrei solo dire due cose: la prima è che sono 197 pagine che scorrono tranquillamente. La seconda? Beh… semplicemente questo:

QUESTO LIBRO NON FA AFFATTO SCHIFO!

Come sempre grazie per la pazienza e per avermi seguito. Spero che questo libro piacerà anche a chi ha appena letto.

2 Replies to “Lo “smontatore” non mi ha smontata!”

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