Le interviste da “I romanzi di Deb”

IRMA PANOVA MAINO

Eccoci di ritorno tra queste pagine e in questa “finestrella”. Oggi vi presento una persona speciale e una grande autrice a cui mi sono avvicinata in ogni modo possibile e che ho imparato ad apprezzare per la sua genuinità e la grande capacità di scrivere, oltreché di essere amica
QUi però parliamo di lei in quanto autrice e allora ecco che parliamo del suo Scintilla vitale… parlo di Irma Panova Maino. Felice di averla qui, lascio a lei la parola.

Buongiorno a te e grazie per averci concesso la tua preziosa presenza, cominciamo con il conoscerci meglio. Traccia i contorni di te, dicci chi sei, parlaci dei tuoi sogni:

Mi chiamo Irma, nasco a Praga nel lontano 1964 e venire alla luce in una città così antica, ricca di leggende e di misteri, deve in qualche modo aver segnato la mia esistenza. La mia passione per lo scrivere si è manifestata alle scuole medie, tuttavia, prima di far scorrere la penna su un foglio, ho amato innanzitutto la lettura. Ho letto il Signore degli Anelli a dodici anni ed il Capitale di Marx a tredici e non tanto per un orientamento politico, quanto per pura curiosità intellettuale. Le mie letture preferite hanno sempre avuto un orientamento horror e fantasy e se alla fine sono tornata alla scrittura, è stato per il fatto che, a parte qualche rara eccezione, non riuscivo a trovare qualcosa che soddisfacesse appieno i miei gusti. Così, alla fine, mi sono chiesta perché non scrivere qualcosa che mi sarebbe piaciuto anche leggere. Storie che avessero un sapore umano pur rimanendo in ambito fantastico, in cui i mostri possano rasentare una pietà che spesso l’umanità stessa dimentica di avere. Il mio sogno è quello di dare una nuova connotazione a figure come licantropi e vampiri, rendendoli un po’ più simili agli originali esseri sanguinari che popolavano gli incubi, facendoli però vivere in un contesto odierno ed urbano. Appunto urban fantasy.

Il tuo romanzo: parlaci di lui, di che significa per te, di cosa in esso ti somiglia, di quale emozioni hai dovuto utilizzare per scriverlo. Parlaci di cosa vuoi trasmettere ai lettori.

Scintilla Vitale è un romanzo atipico, nonostante il fatto che i protagonisti richiamino, in apparenza, parenti letterari più noti, in realtà escono dagli schemi classici, dando vita ad un menage a trois piuttosto combattuto. Lei è una giovane prostituta affetta da AIDS conclamato ed è proprio a causa di questa mancanza di prospettive future, che decide di lavorare per Reese, un vampiro privo di scrupoli, il quale caccia maniaci sessuali, utilizzando Carrie come esca. Devlin è il terzo incomodo, un licantropo che al primo posto della scala dei valori, pone l’amicizia. La trama si dipana fra momenti di tensione, di erotismo e di ironia; si sviluppa coinvolgendo i protagonisti, fino a portarli a delle scelte che cambieranno la loro esistenza. Ho cercato di dare caratteristiche ben specifiche ad ogni personaggio, rendendolo unico e lasciando all’interno del suo animo una piccola essenza di me stessa. Chiunque mi conosca riconosce la mia ironia in Carrie, i miei valori in Devlin e la mia passione in Reese. Cerco di creare emozioni, di rendere partecipe il lettore della trama, attraverso immersioni in quelle che sono le sensazioni vissute dai protagonisti e spero di riuscire a far sì che, una volta terminato il libro, venga voglia di leggerne ancora.

Da quanto scrivi e cosa significa per te farlo?

Scrivo costantemente ormai da quattro anni e per me significa far vivere la fantasia, mettendola a disposizione degli altri. Regalare un sorriso, una smorfia, un brivido, un sospiro, è esattamente il motivo per il quale passo ore a rivedere e correggere ogni testo, fino a quando mi sembra perfetto. Ogni parola è ricercata in modo da esprimere correttamente il concetto per il quale viene scelta. A volte basta l’aggettivo giusto per rendere viva una descrizione, per darle l’esatta dose emotiva. La lingua italiana è ricca di sinonimi e permette di potersi esprimere al meglio, utilizzando uno stile proprio. Il mio personale percorso letterario mi è servito a crescere e a trovare una mia dimensione totalmente soddisfacente.

A chi è indirizzato il tuo romanzo? Cosa vuoi trasmettere al lettore?

Sicuramente ad un pubblico adulto. Non credo che sia adatto a quella fascia definita young adult e che comprende ragazzini appena usciti dall’adolescenza. A volte il mio linguaggio è crudo ed esplicito, ma cerco sempre di non diventare volgare ed evito di inserire scene forti, solo per aumentare la tiratura del libro. Inoltre la storia è piuttosto complessa a livello emotivo e può essere meglio compresa da chi ha qualche anno di esperienza di vita in più alle spalle. Comprendo che, oggi come oggi, la nostra gioventù è abituata alla violenza verbale, con cui vengono conditi i programmi televisivi; che i ragazzi non rimangono attoniti davanti alle immagini che i telegiornali trasmettono, senza alcun riguardo per il fatto che le persone normalmente sono sedute a tavola negli orari canonici; capisco perfino che la censura sia ormai andata in vacanza da un pezzo, ma non sarò io a consigliare ad una sedicenne di leggere un libro come il mio.

Hai un modello a cui t’ispiri, un modello a cui vuoi tendere e che vorrai, con fortuna, perseveranza e grinta, tentare di eguagliare?

Robert Ludlum, il re delle spy-stories, meglio noto per aver scritto Il Ritorno dello Sciacallo e per aver dato vita ad un personaggio come Jason Bourne. Non che il genere sia lo stesso, ma in buona parte cerco di rifarmi al suo stile, al suo complesso schema narrativo, ai suoi intrecci imprevisti e ai suoi finali imprevedibili.
Le persone che ruotano intorno alla tua vita, le persone care che hai accanto a te, come vivono questa tua passione?
La mia famiglia è inevitabilmente coinvolta. Mio figlio e mio marito sono i miei critici più spietati, mi consigliano e mi sostengono nei momenti di fiacca e mia figlia mi sopporta, lanciandomi occhiate colme di compatimento. Tuttavia, se non fosse per ognuno di loro, per i caffè che mi prepara mio figlio, per il supporto morale e materiale che mi da mio marito e per i massaggi magistrali che mi fa mia figlia, oggi forse non sarei qui. Una menzione speciale la merita la mia amica L.A., la quale, povera, si sorbisce tutti i miei deliri, discute con me fino a tarda notte e mi martella sulle gengive ogni volta che scrivo qualcosa di poco coerente o di poco verosimile. Lei è un’autentica aguzzina, ma è anche il fuoco che fa ardere la mia musa.

Sei attualmente impegnato in progetti particolari?

I miei impegni futuri prevedono l’uscita di altri due libri, romanzi singoli e autoconcludenti; il secondo libro della serie di cui Scintilla Vitale fa parte e la possibilità di poter pubblicare il primo libro di una saga composta da dieci volumi, il cui titolo è Il Trono del Vampiro, che mi ha fatto sudare le fatidiche sette camice. Il progetto saga è piuttosto importante e necessita di un editore adatto, in quanto ogni libro è piuttosto voluminoso e la trama si basa più su un poliziesco fantasy, piuttosto che su storie in cui viene privilegiato il sentimento.

Che cos’è per te scrivere? Cosa significa tenere la penna in mano e tramutare emozioni e pensieri in un opera?

Per me scrivere è la realizzazione materiale di una visione, la fantasia sfrenata che trova finalmente il proprio sfogo naturale. Il computer che utilizzo più spesso, per sviluppare le mie trame, ha la tastiera così consumata da non avere quasi più l’identificativo delle lettere. Adoro scrivere, ma adoro ancor di più riuscire a regalare un’emozione nel lettore.

Dove possiamo trovare la tua opera o seguirti?

Scintilla Vitale si presenta in formato e-book ed è reperibile presso il sito
www.edizioniesordienti.com.
Inoltre è possibile seguire ogni notizia in merito, comprese le uscite dei prossimi libri, sul blog
http://iltronodelvampiro.wordpress.com
e sulla pagina facebook ad essa dedicata
http://www.facebook.com/pages/Scintilla-Vitale/143881045716480

Salutaci con una citazione tratta dal tuo romanzo, una che ti sta particolarmente a cuore:

Difficile estrapolare una sola frase, credo di amare anche le virgole della mia creatura, tuttavia penso di poter riassumere con la citazione iniziale di Walt Whitman:
“Non ho alcun dubbio che ho meritato i miei nemici, ma non sono sicuro di aver meritato i miei amici.”

Grazie mille per la partecipazione.

Amici del blog, non ci resta che supportare questi giovani talenti!

Deborah.

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